Presso la CTEMT giovani talenti lucani stanno esplorando le frontiere delle nuove tecnologie. L’obiettivo? Dimostrare come l’innovazione possa arricchire, e non stravolgere, il patrimonio culturale.
In questo contesto dinamico, un laboratorio speciale si è posto un quesito audace: come l’intelligenza artificiale può reinterpretare e proiettare nel futuro una delle feste più sentite, la Festa della Bruna? L’iniziativa è stata realizzata grazie alla collaborazione con il progetto Mt Academy, promosso dalla Regione Basilicata, in collaborazione con la Casa delle Tecnologie Emergenti di Matera, il cui soggetto Attuatore è Sviluppo Basilicata
Il progetto ha visto protagonisti gli artisti visuali Valerio Calabrese e Federica Brieda, affiancati da partecipanti dell’Academy e studenti del Liceo Artistico di Matera. Il cuore del laboratorio è stata una vera e propria “sfida digitale”: porre domande all’IA per immaginare una Festa della Bruna del futuro. Come potrebbe essere realizzato il carro trionfale con materiali sostenibili e innovativi? Come rendere la festa più inclusiva? E in che modo le tecnologie possono amplificare l’interattività e il coinvolgimento?
L’artista Valerio Calabrese ha sottolineato l’aspetto pionieristico di questa unione tra intelligenza artificiale generativa e una tradizione così radicata. I risultati, spesso sorprendenti e “molto meno prevedibili di quello che si pensa”, hanno evidenziato una verità fondamentale: l’IA necessita di un contesto culturale e religioso ben definito per generare output pertinenti.
Il processo ha coinvolto la scrittura di “prompt”, ovvero istruzioni testuali dettagliate. Un semplice comando come “un carro di cartapesta in una manifestazione di natura religiosa folcloristica” che per un essere umano sarebbe immediatamente comprensibile, per una macchina richiede una specificità estrema. Come spiegato, l’IA si basa su dataset di immagini e non sull’esperienza umana. Per questo, è stato necessario “istruire” l’intelligenza artificiale con foto della Festa della Bruna, specificando dettagli come l’ambientazione cittadina, gli abiti della folla, i materiali dei personaggi di cartapesta, i colori e lo stile barocco del carro.
Ciò che è emerso con chiarezza è il ruolo dell’IA come strumento di ispirazione, non di sostituzione. Le immagini generate, sebbene a volte “fantasiose” o apparentemente “errori”, si sono rivelate una fonte preziosa per gli artisti. “Solo una mente o una mano estremamente sapiente che conosce l’arte può interpretare quel tipo di generazione come utile e quindi recuperarla in un immaginario, in una visione che può essere assolutamente soddisfacente per creare innovazione nel campo culturale artistico”, ha affermato un partecipante. L’IA non ha coscienza né intenzioni; è l’occhio e la sensibilità dell’artista che intercettano il potenziale innovativo in ciò che la macchina produce.
In un futuro non troppo lontano, questi “bozzetti” digitali potrebbero persino ispirare il design dei prossimi carri della Bruna, introducendo elementi di novità pur rispettando la tradizione.
L’applicazione dell’IA alla Festa della Bruna apre scenari entusiasmanti. Sebbene non si tratti di sostituire la festa tradizionale, l’intelligenza artificiale può supportare la creazione di attività collaterali che arricchiscono l’esperienza complessiva per residenti e visitatori. Installazioni artistiche, fotografie e video generati dall’IA potrebbero diventare parte integrante degli eventi, rendendo la Festa della Bruna ancora più interattiva e coinvolgente, e invogliando un pubblico sempre più ampio a scoprire questa straordinaria tradizione materana.
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